Non avrei mai dovuto scrivere che ero contenta, infatti già dopo poche ore si potevano scorgere presagi di tempesta. Ho cenato da sola (micetta dormiente e papà al lavoro), volevo vedere se c'era qualcosa in Tv (ogni tanto ci spero) ma non ho neanche trovato il telecomando... leggo nel letto e poi decido di dormire, almeno per una sera vado a letto presto! Dopo poco vengo risvegliata da un odore di bruciato terrificante che si era diffuso ovunque. Mi catapulto in cucina e trovo papàmicio avvolto in una nuvola di fumo che mi dice: tutto sotto controllo ho solo esagerato nel scaldare gli involtini nel microonde... (ancora oggi, dopo 36 ore, sento quella puzza)
Fino a qui nulla di catastrofico, la "bella" notizia è arrivata il giorno dopo, ieri, quando mi giunge una telefonata a metà mattinata da papàmicio, tono di voce già da funerale: "ciao, a settembre mi trasferiscono" pausa di silenzio interminabile...
"dove???????" chiedo con insistenza, lui: "in un posto di m....! si chiama XXXX, fa schifo da tutti i punti di vista, lavorativo per me, lavorativo per te, socialmente per tutti" ... io sono una persona impulsiva e non ho potuto non insultare lui, il suo lavoro, la sua scelta e chi più ne ha più ne metta, poi mi sono messa a piangere, tantissimo. Mia madre mi ha sempre detto che piangere non risolve nulla ma non è vero, a me serve eccome! Dopo un bel pianto riesco a ragionare meglio, certo ho una faccia terribile, ma almeno sono un filo più lucida e un pochino più razionale. Comunque la situazione è tragica da tutti i punti di vista. Io e papàmicio abbiamo sviscerato il problema in lungo e in largo, ci troviamo di fronte i seguenti scenari:
- io e la piccola Lisbeth seguiamo fedelmente papàmicio nella sua sfigatissima sede di lavoro, dove la vita sociale non esiste e dove io non riuscirò a lavorare; quindi sarò depressa, sola e isterica per circa tre anni e mia figlia potrà vedere suo padre una volta al giorno per circa 2 ore, nei giorni tranquilli, o zero, nei giorni incasinati e avrà una mamma pazza
- io e la piccola Lisbeth torniamo a "casa" nostra e viviamo lì, dove forse riuscirò a lavorare, avrò vicini amici e parenti (nel bene e nel male) e sicuramente assaporeremo l'ebrezza di vivere in una delle 10 città dove, a detta degli esperti, la qualità della vita è migliore. Tutto questo però sarà senza mio marito, nonchè papà della piccola Lisbeth per cui sarò comunque depressa perchè vivo lontano da lui e faccio crescere mia figlia quasi senza papà.
Ergo, anche oggi mi viene da piangere...