mercoledì 26 maggio 2010

La tempesta

Non avrei mai dovuto scrivere che ero contenta, infatti già dopo poche ore si potevano scorgere presagi di tempesta. Ho cenato da sola (micetta dormiente e papà al lavoro), volevo vedere se c'era qualcosa in Tv (ogni tanto ci spero) ma non ho neanche trovato il telecomando... leggo nel letto e poi decido di dormire, almeno per una sera vado a letto presto! Dopo poco vengo risvegliata da un odore di bruciato terrificante che si era diffuso ovunque. Mi catapulto in cucina e trovo papàmicio avvolto in una nuvola di fumo che mi dice: tutto sotto controllo ho solo esagerato nel scaldare gli involtini nel microonde... (ancora oggi, dopo 36 ore, sento quella puzza)
Fino a qui nulla di catastrofico, la "bella" notizia è arrivata il giorno dopo, ieri, quando mi giunge una telefonata a metà mattinata da papàmicio, tono di voce già da funerale: "ciao, a settembre mi trasferiscono" pausa di silenzio interminabile...
"dove???????" chiedo con insistenza, lui: "in un posto di m....! si chiama XXXX, fa schifo da tutti i punti di vista, lavorativo per me, lavorativo per te, socialmente per tutti" ... io sono una persona impulsiva e non ho potuto non insultare lui, il suo lavoro, la sua scelta e chi più ne ha più ne metta, poi mi sono messa a piangere, tantissimo. Mia madre mi ha sempre detto che piangere non risolve nulla ma non è vero, a me serve eccome! Dopo un bel pianto riesco a ragionare meglio, certo ho una faccia terribile, ma almeno sono un filo più lucida e un pochino più razionale. Comunque la situazione è tragica da tutti i punti di vista. Io e papàmicio abbiamo sviscerato il problema in lungo e in largo, ci troviamo di fronte i seguenti scenari:
- io e la piccola Lisbeth seguiamo fedelmente papàmicio nella sua sfigatissima sede di lavoro, dove la vita sociale non esiste e dove io non riuscirò a lavorare; quindi sarò depressa, sola e isterica per circa tre anni e mia figlia potrà vedere suo padre una volta al giorno per circa 2 ore, nei giorni tranquilli, o zero, nei giorni incasinati e avrà una mamma pazza
- io e la piccola Lisbeth torniamo a "casa" nostra e viviamo lì, dove forse riuscirò a lavorare, avrò vicini amici e parenti (nel bene e nel male) e sicuramente assaporeremo l'ebrezza di vivere in una delle 10 città dove, a detta degli esperti, la qualità della vita è migliore. Tutto questo però sarà senza mio marito, nonchè papà della piccola Lisbeth per cui sarò comunque depressa perchè vivo lontano da lui e faccio crescere mia figlia quasi senza papà.
Ergo, anche oggi mi viene da piangere...

2 commenti:

  1. Ciao, è' la prima volta che ti scrivo ed è molto difficile trovare parole di conforto... la tua tristezza avvolge tutto.
    Scusa, magari, la banalità: segui il tuo istinto ed il tuo cuore.
    Azzardo una proposta: magari potresti fare un po' qui e un po' lì??

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  2. ciao! grazie del consiglio, incrociamo le dita e cercheremo di affrontare al meglio anche questa dura prova. Senz'altro, impegni lavorativi permettendo, io e la piccola saremo spesso in viaggio per andare da papà! comunque oggi sto già un po' meglio e cerco sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno!

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